Cassazione penale Sez. V sentenza n. 23093 del 29 luglio 2020

ECLI:IT:CASS:2020:23093PEN

Massima

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Il diritto di critica politica non scrimina il reato di diffamazione quando le espressioni utilizzate, pur inserendosi in un contesto di contrapposizione politica, travalicano i limiti della continenza, attribuendo alla persona offesa la commissione di fatti illeciti non meglio specificati e privi di riferimenti determinati, in modo tale da ingenerare nel lettore medio la convinzione che il soggetto diffamato si sia reso autore di condotte connotate da illiceità. Anche mere espressioni dubitative o insinuanti possono integrare il delitto di diffamazione, specie nella forma della insinuazione, quando non perseguono finalità di pubblico interesse ma si risolvono in un attacco personale consapevolmente lesivo della sfera privata altrui.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. CALASELICE Barbara - Consigliere

Dott. ROMANO Michele - rel. Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 20/09/2019 della Corte di appello di Lecce;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere ROMANO Michele;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale PICARDI Antonio, che ha concluso chiedendo che il ricorso sia dichiarato inammissibile;
lette le conclusioni del difensore della parte civile (OMISSIS), avv. (OMISSIS), che ha concluso chieden…

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