Cassazione penale Sez. I sentenza n. 26787 del 28 giugno 2016

ECLI:IT:CASS:2016:26787PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: La misura di prevenzione patrimoniale della confisca può essere legittimamente applicata quando vi siano sufficienti indizi che i beni nella disponibilità del soggetto proposto, anche se formalmente intestati a terzi, siano stati acquistati con capitali di provenienza illecita, in ragione della sua vicinanza e del suo coinvolgimento con esponenti di spicco della criminalità organizzata, nonostante la mancanza di precedenti penali e di imputazioni per reati associativi a suo carico. Ciò anche qualora il valore dei beni confiscati risulti sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati e alle attività economiche lecite esercitate dal proposto e dal suo nucleo familiare, senza che la produzione di documentazione integrativa sulle fonti di reddito non considerate dalle indagini patrimoniali possa inficiare tale valutazione, ove essa non risulti decisiva ai fini della dimostrazione della legittima provenienza dei beni. La motivazione del provvedimento di confisca deve comunque dare conto in modo puntuale delle ragioni per le quali i beni sono ritenuti di origine illecita, anche con riferimento a ciascuno di essi, senza che la mera destinazione di uno di essi ad abitazione familiare possa escluderne la confisca, ove risulti comunque sproporzionato rispetto alle disponibilità economiche accertate.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIOTTO Maria Cristina - Presidente

Dott. CASSANO Margherita - Consigliere

Dott. MAZZEI Antonella - rel. Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

Dott. DI GIURO Gaetano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nata a (OMISSIS);
(OMISSIS), nata a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso il decreto del 05/06/2014 della Corte di appello di Bari;
in contraddittorio con la Agenzia nazionale per l'amministrazione e destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalita' organizzata, con sede in Reggio Calabria;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e i ricorsi;
udita la relazione svolta dal consigliere Antonella Patrizia…

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