Cassazione penale Sez. V sentenza n. 21463 del 22 maggio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:21463PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel valutare la correttezza della motivazione della sentenza impugnata, non deve sostituire la propria valutazione delle prove a quella effettuata dai giudici di merito, purché la ricostruzione dei fatti operata da questi ultimi sia logica, completa e rispettosa dei principi di diritto. Pertanto, il vizio di motivazione non può essere dedotto per il solo fatto che il giudice di merito abbia dato prevalente credito alle dichiarazioni accusatorie della persona offesa e di altri testimoni, rispetto alla diversa versione fornita dalla vittima all'atto del ricovero, atteso che tale valutazione rientra nell'esclusiva discrezionalità del giudice di merito, il quale è tenuto soltanto a fornire una motivazione logica e coerente. Analogamente, eventuali vizi o violazioni processuali commessi dal giudice di primo grado, come l'attribuzione di valenza probatoria a dichiarazioni di un teste mai escusso, non sono deducibili in sede di legittimità se non hanno avuto alcuna incidenza sulla sentenza di secondo grado, la quale si sia fondata su altri elementi probatori autonomamente valutati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. FEDERICO Raffaello - Consigliere

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. SANDRELLI ((omissis)) - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) CL. MI. n. il (OMESSO);

avverso SENTENZA del 01/10/2008 della CORTE APPELLO di ROMA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. VESSICHELLI Maria;

Udito il Procuratore Generale in persona consigliere Dott. GALATI Giovanni che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

FATTO E DIRITTO

Propone ricorso per c…

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