La revoca della sanzione sostitutiva del lavoro di pubblica utilità, disposta per la mancata osservanza delle relative prescrizioni, comporta il ripristino della sola pena residua, con sottrazione dalla durata della pena inflitta della durata del lavoro di pubblica utilità regolarmente scontato. Tale principio, affermato dalla giurisprudenza di legittimità in fattispecie analoghe, risponde a criteri di ragionevolezza e proporzionalità, evitando di vanificare la parte di sanzione utilmente espiata e di escludere qualsiasi effetto al rapporto fra pena originaria e pena sostitutiva. Pertanto, il giudice dell'esecuzione, nel revocare la sanzione sostitutiva, deve procedere alla determinazione della pena residua da espiare, senza ripristinare l'intera pena originariamente inflitta, in assenza di una previsione normativa espressa che consenta tale effetto ex tunc della revoca. Tale criterio si applica anche nel caso di revoca della sanzione sostitutiva del lavoro di pubblica utilità irrogata per il reato di guida in stato di ebbrezza, in conformità al principio di specialità dettato dall'articolo 186, comma 9-bis, del Codice della strada.