Cassazione penale Sez. V sentenza n. 39596 del 3 novembre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:39596PEN

Massima

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Il diritto di critica nei confronti dell'operato di un magistrato, pur essendo compatibile con i principi costituzionali di libertà di espressione, trova un limite invalicabile nella verità dei fatti posti a fondamento della critica stessa. Pertanto, l'attribuzione al magistrato di comportamenti parziali o asserviti a interessi estranei alla funzione giurisdizionale, in assenza di riscontri probatori, integra un'ipotesi di diffamazione, non scriminata dal diritto di critica. Ciò in quanto la palese infondatezza dell'accusa impedisce di ritenere l'iniziativa come una legittima investitura degli organi deputati al controllo disciplinare e penale, trasformandola piuttosto in un mero attacco personale finalizzato a colpire gratuitamente la reputazione del magistrato. Inoltre, l'invio dell'esposto anche a soggetti non titolari di poteri specifici in tal senso, come un singolo componente del CSM o l'Ufficio ministeriale, conferma il carattere meramente diffamatorio dell'iniziativa, anziché di una censura articolata e giustificata dell'operato del magistrato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. OLDI Paolo - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - rel. Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) MA. WA. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 1645/2009 CORTE APPELLO di PERUGIA, del 13/04/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 20/05/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARIA VESSICHELLI;

Udito il Procuratore Generale in persona del C. Stabile, che ha concluso per rigetto;

Udito, per la parte civile, l'Avv. Minatori.

FATTO E DIRITTO

Prop…

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