Cassazione penale Sez. I sentenza n. 52827 del 13 dicembre 2016

ECLI:IT:CASS:2016:52827PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione di reati della stessa indole, ai fini dell'applicazione di misure cautelari personali, può essere desunto non solo dalla gravità del titolo di reato, ma anche dalle specifiche modalità e circostanze del fatto, considerate nella loro obiettività, nonché dalla personalità dell'imputato, desunta da comportamenti o atti concreti o dai suoi precedenti penali. Tuttavia, nel valutare l'adeguatezza della misura cautelare, il giudice deve tenere conto anche di eventuali precedenti esperienze di misure meno afflittive, come gli arresti domiciliari, che abbiano dimostrato la capacità dell'imputato di autolimitarsi e contenere i propri impulsi aggressivi, senza violare le prescrizioni imposte. La scelta della misura cautelare più idonea richiede pertanto un'attenta e completa valutazione di tutti gli elementi rilevanti, al fine di individuare la misura proporzionata e adeguata alle esigenze cautelari, nel rispetto del principio di minima offensività.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Presidente

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

Dott. BONI Monica - rel. Consigliere

Dott. ESPOSITO Aldo - Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 47/2016 TRIB. LIBERIA' di REGGIO CALABRIA, del 28/01/2016;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. BONI MONICA;
sentite le conclusioni del P.G. Dott. GALLI Massimo, che ha chiesto il rigetto del ricorso.
Uditi i difensori Avv.ti (OMISSIS) e (OMISSIS) che hanno insistito per l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza in data 28 gennaio 2016 il Tribunale di Reggio Calabria confermava l'ordinanza appl…

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