La falsa dichiarazione di trasferimento di residenza, resa ai sensi del D.P.R. n. 445 del 2000, art. 47 e rilasciata all'ufficio anagrafe comunale, integra il delitto di falso ideologico in atto pubblico di cui all'art. 483 c.p., a prescindere dal fatto che tale dichiarazione non sia stata effettivamente trascritta nell'anagrafe, in quanto essa è comunque destinata a provare la verità di un fatto ai sensi del D.P.R. n. 445 del 2000, art. 46, lett. b), con conseguente dovere del dichiarante di affermare il vero. La falsa attestazione del mutamento di residenza, anche di un minore non più convivente con il dichiarante, costituisce reato, non potendosi invocare l'errore o l'impossibilità del reato, atteso che il dichiarante avrebbe potuto e dovuto riferire la reale situazione, ovvero che il minore non risiedeva più presso di lui. La motivazione della sentenza di condanna, che abbia adeguatamente escluso la sussistenza di tali cause di esclusione della responsabilità penale, è immune da vizi di legittimità.