Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Nel giudizio di rinvio disposto dalla Corte di Cassazione, il giudice di merito non può rilevare nullità, inammissibilità o inutilizzabilità degli atti verificatesi nei precedenti gradi di giudizio o nelle indagini preliminari, in quanto la sentenza di annullamento con rinvio determina una preclusione rispetto a tutte le questioni non investite dalla decisione di legittimità. Ciò in applicazione del principio di tendenziale irrevocabilità e incensurabilità delle decisioni della Corte di Cassazione, quale giudice ultimo della legittimità, sancito dagli artt. 627 e 628 c.p.p. Tale preclusione opera anche con riferimento a vizi processuali che, pur non essendo stati specificamente dedotti nel giudizio di legittimità, avrebbero potuto e dovuto essere sottoposti all'esame della Corte Suprema, qualora la parte interessata avesse adempiuto all'onere di prospettarli in quella sede. Ne consegue che, nel giudizio di rinvio, il giudice di merito è vincolato alle statuizioni della sentenza di annullamento, senza poter emendare eventuali errori di fatto o di diritto commessi dalla Corte di Cassazione, i quali acquistano autorità di giudicato interno.