Cassazione penale Sez. V sentenza n. 22969 del 28 maggio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:22969PEN

Massima

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Il giudizio di comparazione tra circostanze attenuanti e aggravanti previsto dall'articolo 69 del codice penale ha carattere unitario e inscindibile, per cui non è consentito operare il bilanciamento tra le attenuanti ed una sola delle aggravanti o viceversa, dovendosi invece procedere alla simultanea comparazione di tutte le circostanze contestate e ritenute dal giudice. Pertanto, una volta riconosciute all'imputato le attenuanti generiche, il giudice non può avallare un accordo che ne preveda la comparazione esclusivamente con le aggravanti del reato contestato, senza tenere conto anche della recidiva, la cui elisione attraverso il bilanciamento avrebbe dovuto comportare l'impossibilità di operare l'aumento di pena previsto per la recidiva stessa. Il giudizio di comparazione tra circostanze deve essere effettuato in modo unitario e complessivo, senza frazionamenti o esclusioni, al fine di determinare correttamente la pena da applicare.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DUBOLINO Pietro - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. SAVANI Piero - Consigliere

Dott. MICCOLI Grazi - rel. Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 623/2012 TRIBUNALE di VASTO, del 21/02/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GRAZIA MICCOLI;

Il Procuratore Generale della Corte di Cassazione, dott. Luigi RIELLO, ha concluso chiedendo di accogliere il ricorso e, per l'effetto, annullare senza rinvio l'impugnata sentenza, ordinando la trasmissione degli atti al giudice a quo per nuovo giudizio.

RITENUTO IN FATTO

1. Con l'impugna…

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