La parte civile non è legittimata a proporre ricorso per cassazione avverso una sentenza di non luogo a procedere, anche quando il pubblico ministero abbia precedentemente proposto appello avverso la stessa sentenza, il quale sia stato dichiarato inammissibile. Infatti, il comma 3 dell'art. 10 della L. n. 46/2006, che consente il ricorso per cassazione dopo la declaratoria di inammissibilità dell'appello, si riferisce esclusivamente alle parti legittimate a proporre l'appello, ossia il pubblico ministero e l'imputato, e non anche alla parte civile, la quale, pur potendo giovarsi del principio di immanenza in caso di impugnazione del pubblico ministero, non è titolare del potere di proporre autonomamente il ricorso per cassazione avverso una sentenza di proscioglimento. L'inammissibilità del ricorso della parte civile comporta la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende, in assenza di ipotesi di carenza di colpa nella determinazione della causa di inammissibilità.