Il potere di intervento della Giunta provinciale previsto dagli artt. 105 e 89 della legge urbanistica provinciale (L.P. n. 13/1997) costituisce uno strumento di vigilanza e controllo sull'attività edilizia e urbanistica dei Comuni, attivabile su impulso di qualunque cittadino mediante ricorso popolare, finalizzato all'annullamento di titoli edilizi ritenuti illegittimi. Tali provvedimenti provinciali di avvio del procedimento di annullamento hanno carattere endoprocedimentale e non definitivo, non essendo suscettibili di incidere concretamente ed attualmente sulla sfera giuridica dei destinatari, i quali potranno far valere le proprie ragioni nel successivo contraddittorio procedimentale. Pertanto, il ricorso avverso detti atti è inammissibile per difetto di interesse all'impugnazione, in quanto l'eventuale lesività potrà essere fatta valere solo avverso il provvedimento finale di annullamento della concessione edilizia. La compatibilità costituzionale di tale sistema di controlli è affermata in ragione della competenza concorrente della Provincia in materia di governo del territorio, che legittima l'esercizio di poteri sostitutivi rispetto all'attività urbanistica comunale, nel rispetto dei principi di sussidiarietà e leale collaborazione. Tuttavia, la Provincia non può condizionare il rilascio del titolo edilizio a requisiti non previsti dalla normativa urbanistica, quali l'iscrizione all'albo professionale dei giardinieri, dovendo limitarsi a verificare la conformità dell'intervento edilizio alle prescrizioni di legge e di pianificazione territoriale. Inoltre, la Provincia non può negare la possibilità di ricostruzione di un manufatto preesistente sulla base di una valutazione restrittiva della sua consistenza strutturale, qualora gli elementi istruttori consentano di individuarne i connotati essenziali in relazione alla sua destinazione d'uso.