Cassazione penale Sez. V sentenza n. 47551 del 10 novembre 2016

ECLI:IT:CASS:2016:47551PEN

Massima

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Il dolo generico, costituente l'elemento soggettivo del delitto di bancarotta fraudolenta per distrazione, non richiede la consapevolezza dello stato di insolvenza dell'impresa né lo scopo di recare pregiudizio ai creditori, essendo sufficiente la cosciente e volontaria destinazione del patrimonio sociale a finalità diverse dalla garanzia delle obbligazioni contratte. La ricostruzione della massa attiva fallimentare non può fondarsi esclusivamente sulla presunzione di attendibilità dei libri e delle scritture contabili, dovendo essere valutata anche alla luce della ulteriore documentazione reperita e delle dichiarazioni dell'imprenditore, senza che la mancata giustificazione del mancato rinvenimento di beni strumentali e merci risultanti dalla contabilità possa essere superata con mere affermazioni generiche e ripetitive.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SAVANI Piero - Presidente

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. MORELLI Francesca - Consigliere

Dott. CATENA Rossella - rel. Consigliere

Dott. SCARLINI Enrico V. S. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata a (OMISSIS);
avverso la sentenza della Corte di Appello di Reggio Calabria, emessa in data 23/06/2015;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere dott.ssa ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. FILIPPI Paola, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1.Con la sentenza impugnata la Corte di Appello di Reggio Calabria confermava …

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