Cassazione penale Sez. V sentenza n. 13868 del 12 aprile 2012

ECLI:IT:CASS:2012:13868PEN

Massima

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Il diritto di cronaca, quale causa di giustificazione della diffamazione, presuppone che il giornalista riporti fedelmente e senza omissioni rilevanti le dichiarazioni provenienti da soggetti qualificati e di notorietà, verificandone adeguatamente la fondatezza, senza manipolarne il contenuto in modo da condizionare indebitamente l'opinione pubblica. Tuttavia, tale scriminante può ritenersi integrata anche quando le dichiarazioni di fonti non pienamente affidabili siano riportate al solo fine di confermare un dato di fatto oggettivo, come l'esistenza di un rapporto tra il soggetto diffamato e la vicenda narrata, senza che le eventuali contraddizioni o inattendibilità di tali fonti incidano sulla sostanza del racconto giornalistico. In tali casi, la valutazione della ricorrenza dei presupposti della scriminante, sia sotto il profilo della qualità della fonte che per quello della verifica della fondatezza delle informazioni, deve essere sorretta da una motivazione adeguata, logica e conforme ai principi in materia.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. OLDI Paolo - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo A. - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte d'Appello di Roma;

avverso la sentenza di quella Corte in data 22/03/2010 nei confronti di:

1. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);

2. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);

3. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);

4. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal ((o…

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