Il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, nell'esercizio delle proprie funzioni, redige o attesta falsamente fatti aventi rilevanza giuridica, commette il reato di falso in atto pubblico, a prescindere dalla natura privatistica del rapporto di lavoro con la pubblica amministrazione, qualora vi sia un collegamento tra l'attività falsificatoria e l'esercizio delle pubbliche funzioni. Pertanto, la falsificazione di documenti attestanti la presenza in servizio o il lavoro straordinario effettuato dal dipendente pubblico, qualora tali attestazioni siano utilizzate dalla pubblica amministrazione per finalità giuridicamente rilevanti, integra il reato di falso in atto pubblico, mentre la falsificazione di meri cartellini marcatempo o fogli di presenza, privi di tale collegamento con l'attività amministrativa, configura il diverso reato di falso materiale. La soppressione o distruzione di tali atti pubblici falsificati integra altresì il reato di soppressione di atti veri.