Il Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale, ha stabilito che il procedimento di concessione di beni del demanio marittimo per la realizzazione di strutture dedicate alla nautica da diporto, disciplinato dal d.P.R. n. 509/1997, prevede una scansione procedimentale che non può essere disattesa dalle amministrazioni competenti. In particolare, la decisione di dichiarare irricevibile la domanda di concessione presentata da una società, senza previamente attivare la conferenza di servizi e l'accordo di programma previsti dalla normativa, è illegittima, in quanto sottrae indebitamente alla Regione, quale titolare del potere pianificatorio in materia portuale, la valutazione del progetto e della sua conformità agli strumenti di pianificazione vigenti. Inoltre, il Comune non può arrogarsi la competenza di decidere sulla domanda di concessione, in quanto tale valutazione spetta al dirigente comunale, in applicazione del principio di separazione tra funzioni di indirizzo politico-amministrativo e funzioni gestionali, sancito dall'art. 107 del d.lgs. n. 267/2000. Pertanto, il Consiglio di Stato ha disposto di richiedere chiarimenti alla Regione Marche in merito alla pianificazione urbanistica e portuale del territorio, al fine di verificare la conformità del progetto presentato dalla società alle previsioni del Piano Regionale dei Porti e la corretta applicazione della disciplina dettata dal d.P.R. n. 509/1997.