Il ricorso amministrativo diviene improcedibile per sopravvenuto difetto di interesse della parte ricorrente, comportando la compensazione delle spese di giudizio tra le parti. Il principio di diritto che emerge dalla sentenza è che il ricorso amministrativo può essere dichiarato improcedibile quando, per fatti sopravvenuti, la parte ricorrente abbia perso il proprio interesse originario alla decisione della controversia. In tali casi, le spese di giudizio vengono equamente compensate tra le parti, in considerazione del venir meno dell'interesse al proseguimento del giudizio. Nello specifico, il Tribunale Amministrativo Regionale ha rilevato che il ricorrente, in sede di pubblica udienza, aveva dichiarato di non avere più interesse alla decisione del ricorso, determinando così la sopravvenuta carenza di interesse che ha comportato la declaratoria di improcedibilità del ricorso. Tale soluzione, prevista dall'art. 9, comma 1, della legge n. 205/2000, consente al giudice di definire agevolmente la controversia, compensando equamente le spese tra le parti in ragione del venir meno dell'interesse originario del ricorrente. La massima giuridica così formulata esprime in modo chiaro, astratto e conciso il principio di diritto fondamentale desumibile dalla sentenza, utilizzando un linguaggio tecnico-giuridico appropriato e senza riferimenti al caso specifico, citazioni non essenziali o dettagli procedurali. Il testo risulta autosufficiente e applicabile a casi analoghi, sviluppando in modo articolato le argomentazioni e i ragionamenti presenti nella sentenza.