Cassazione penale Sez. V sentenza n. 34931 del 9 settembre 2008

ECLI:IT:CASS:2008:34931PEN

Massima

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Il reato di bancarotta fraudolenta per distrazione di beni sociali si configura anche quando l'imputato, pur non essendo formalmente amministratore della società fallita, ne abbia di fatto gestito il patrimonio, essendo preposto all'amministrazione e al controllo della stessa. La correlazione tra accusa e sentenza non deve essere valutata solo in relazione al capo di imputazione, ma anche in ordine ad altre integrazioni emerse nel corso del giudizio, purché l'imputato sia stato posto in condizione di difendersi. L'esclusione dell'attenuante della speciale tenuità del danno patrimoniale è legittima quando il valore dei beni distratti sia rilevante, senza che la motivazione debba essere ulteriormente approfondita. Il reato di bancarotta fraudolenta per distrazione si configura anche quando l'imputato, pur avendo ricoperto il ruolo di liquidatore, abbia distratto beni sociali durante la fase di amministrazione ordinaria della società, non essendo sufficiente la mera qualità di liquidatore per escludere la responsabilità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NARDI Domenico - Presidente

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Consigliere

Dott. FEDERICO Raffaello - Consigliere

Dott. SAVANI Piero - Consigliere

Dott. DIDONE Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) CU. ET. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 08/01/2007 CORTE APPELLO di ROMA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. FEDERICO RAFFAELLO;

Udito il Procuratore Generale nella persona del Dott. ((omissis)), che ha chiesto che il ricorso venga dichiarato inammissibile;

udito il difensore dell'imputato avv. ((omissis)) che ha chiesto…

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