Il Piano Regionale Faunistico Venatorio, in quanto atto generale di programmazione e pianificazione dell'attività venatoria, può essere oggetto di impugnazione unitamente ai singoli atti applicativi, come i calendari venatori annuali, che concretamente incidono sulle situazioni giuridiche soggettive dei cacciatori. Tuttavia, l'improcedibilità del ricorso avverso i calendari venatori per l'annualità scaduta determina anche la carenza di attualità dell'impugnazione del piano regionale faunistico venatorio, in quanto atto pianificatorio generale, non essendo possibile una pronuncia di merito in grado di incidere sull'attività amministrativa futura. Inoltre, essendo il calendario venatorio adottato ciclicamente con cadenza annuale, non sussiste un interesse attuale e concreto alla pronuncia giurisdizionale, in applicazione del divieto di cui all'art. 34, comma 2, c.p.a. di pronunciare su poteri amministrativi non ancora esercitati.