Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 17010 del 24 aprile 2008

ECLI:IT:CASS:2008:17010PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, abusando dei poteri o violando i doveri inerenti alla sua funzione, rivela o utilizza notizie d'ufficio che devono rimanere segrete, al fine di procurare a sé o ad altri un indebito profitto patrimoniale, risponde del reato di rivelazione ed utilizzazione di segreto d'ufficio, anche qualora il valore economico del profitto conseguito non sia particolarmente rilevante, in quanto ciò può al più incidere sulla quantificazione della pena, ma non sull'integrazione dell'elemento oggettivo del reato. La condotta del pubblico ufficiale è infatti idonea a far venir meno il carattere di "atto a sorpresa" dell'iniziativa amministrativa, pregiudicando l'interesse pubblico al corretto svolgimento dell'attività di controllo e verifica, indipendentemente dal valore economico del profitto ottenuto. Il sindacato di legittimità della Corte di Cassazione sulla motivazione della sentenza di merito è limitato alla verifica della coerenza strutturale dell'apparato argomentativo, senza possibilità di riesame critico delle risultanze istruttorie, salvo i casi di manifesta illogicità o contraddittorietà percepibili ictu oculi, non potendosi sostituire la propria valutazione a quella compiuta dal giudice di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Ma. Al., nato a (OMESSO) il (OMESSO);

avverso la sentenza in data 8/3/2007 della Corte di Appello di Firenze, sezione 2 penale;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita la relazione fatta dal consigliere, Dott. ROTUNDO Vincenzo;

udite le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale, Dott. DELEHAYE Enrico, che ha concluso per il rigetto del ricorso;

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