Il delitto di frode nelle pubbliche forniture di cui all'art. 356 c.p. è configurabile non solo nell'ambito di un contratto di somministrazione, ma anche di un contratto di appalto, essendo punita qualsiasi inesecuzione, imperfezione o inadempienza dolosa del fornitore nella pubblica fornitura, anche in relazione a qualità o quantità non essenziali della prestazione dovuta. L'elemento psicologico del reato può essere desunto dalle circostanze oggettive della condotta, senza necessità di una specifica motivazione, e la mancata osservanza delle modalità di assunzione della prova testimoniale non determina nullità o inutilizzabilità della stessa, trattandosi di vizio non riconducibile alle ipotesi di cui all'art. 178 c.p.p. Inoltre, il giudice di merito gode di ampio potere discrezionale nella valutazione della sussistenza della causa di non punibilità del fatto di particolare tenuità di cui all'art. 131-bis c.p., la cui motivazione è adeguata ove evidenzi le ragioni per le quali tale causa è stata esclusa, come nel caso di reiterazione della condotta in danno di più pubbliche amministrazioni e di lesione di interessi di fasce deboli della popolazione.