Cassazione penale Sez. V sentenza n. 21154 del 11 maggio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:21154PEN

Massima

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Il pericolo concreto e attuale di reiterazione del reato, quale presupposto per l'applicazione di una misura cautelare personale ai sensi dell'art. 274, comma 1, lett. c), c.p.p., deve essere valutato dal giudice tenendo conto non solo della capacità a delinquere del soggetto, desumibile anche dalle modalità del fatto e dai precedenti penali, ma anche della concreta probabilità che si verifichino nuove occasioni di commissione di reati, senza che sia necessaria la previsione di una specifica occasione delittuosa. Pertanto, il decorso di un significativo lasso di tempo tra il fatto contestato e la decisione cautelare non comporta automaticamente l'affievolimento delle esigenze cautelari, dovendo il giudice motivare in modo rigoroso sulla permanenza del pericolo di recidiva specifica, anche in presenza di una pregressa condanna definitiva che abbia determinato la detenzione dell'indagato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. MICHELI Pao - Rel. Consigliere

Dott. FIDANZIA Andrea - Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto nell'interesse di:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza emessa il 05/10/2017 dal Tribunale di Catanzaro;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott.ssa ((omissis)), che ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso;
udito per il ricorrente l'Avv. (OMISSIS), il quale ha concluso chiedendo l&…

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