La tardiva riassunzione del giudizio innanzi al giudice dichiarato competente, entro il termine perentorio di trenta giorni dalla comunicazione della sentenza che ha rilevato l'incompetenza del giudice adito, comporta l'estinzione del processo amministrativo ai sensi dell'art. 35, comma 2, lett. a), del Codice del processo amministrativo. Tale principio si fonda sull'esigenza di assicurare la celere definizione del procedimento e la ragionevole durata del processo, principi cardine del giusto processo amministrativo. La riassunzione del giudizio davanti al giudice dichiarato competente deve avvenire non solo mediante la notifica del ricorso alle controparti, ma anche con il deposito dello stesso presso la segreteria del tribunale competente, entro il termine perentorio stabilito dalla legge. Il mancato rispetto di tale termine comporta l'estinzione del processo, a tutela della certezza dei rapporti giuridici e dell'ordinato svolgimento dell'attività giurisdizionale. Tuttavia, la declaratoria di estinzione non preclude la possibilità per la parte di proporre un nuovo ricorso, purché nel rispetto dei termini di decadenza e prescrizione previsti dalla legge. In considerazione della peculiarità della fattispecie, le spese del giudizio possono essere compensate tra le parti, in applicazione del principio di equità processuale.