Il possesso illegale di munizioni da guerra, anche se detenute da un militare per finalità di servizio, integra il reato di detenzione illegale di munizionamento, sanzionato dalla legge penale, a prescindere dalla qualifica soggettiva dell'agente e dalla provenienza del materiale. Tale condotta, infatti, lede il bene giuridico della prevenzione dei delitti contro la vita e l'incolumità personale, indipendentemente dalla tutela dell'integrità del patrimonio delle Forze Armate, e può pertanto essere giudicata dal giudice ordinario, in concorso formale con il reato militare di ritenzione di materiali di armamento. La massima responsabilità penale del militare per la detenzione illegale di munizioni non viene meno per il fatto che esse siano state precedentemente fornite per esigenze di servizio, qualora non siano state regolarmente restituite o custodite secondo le prescrizioni di legge.