Cassazione penale Sez. II sentenza n. 20450 del 9 maggio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:20450PEN

Massima

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Il reato di truffa si configura quando l'agente, mediante artifici o raggiri, induce in errore la persona offesa, inducendola a compiere un atto di disposizione patrimoniale a proprio danno. Pertanto, ai fini della sussistenza del reato, non è necessario che la persona offesa sia effettivamente tratta in inganno, essendo sufficiente che l'agente abbia posto in essere condotte idonee a determinare l'errore e l'induzione all'atto di disposizione patrimoniale. Inoltre, la valutazione della sussistenza degli artifici o raggiri e dell'induzione in errore della persona offesa rientra nel compito del giudice di merito, il cui apprezzamento è incensurabile in sede di legittimità, salvo che non risulti manifestamente illogico o privo di adeguata motivazione. Pertanto, il vizio di motivazione denunciabile con il ricorso per cassazione, nel caso di condanna in doppio grado, può essere dedotto solo quando emerga un macroscopico travisamento delle risultanze probatorie, tale da imporre, in termini inequivocabili, il riscontro della non corrispondenza delle motivazioni di entrambe le sentenze di merito rispetto al compendio probatorio acquisito nel contraddittorio delle parti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PRESTIPINO Antonio - Presidente

Dott. DI PAOLA Sergio - Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

Dott. PARDO Ignazio - rel. Consigliere

Dott. TUTINELLI Vincenzo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 06/06/2017 della CORTE APPELLO di MILANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere IGNAZIO PARDO;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore SALZANO FRANCESCO che ha concluso per il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO
1.1 La CORTE APPELLO di MILANO, con sentenza in data 06/06/2017, confermava la condanna alla pena ritenuta di giustizia …

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