Il collegio sindacale di una società quotata ha il dovere di vigilare sul rispetto delle procedure interne adottate dalla società per la gestione delle informazioni privilegiate, la cui violazione integra una irregolarità rilevante ai sensi dell'art. 149, comma 1, lett. b) e c-bis) del TUF, comportando l'obbligo di segnalazione immediata alla Consob ai sensi del comma 3 della medesima disposizione, senza che sia necessaria una valutazione discrezionale sulla gravità della violazione. La mancata approvazione formale da parte del consiglio di amministrazione di un comunicato stampa relativo a un'operazione finanziaria rilevante, in violazione della procedura interna adottata dalla società per la disciplina delle informazioni privilegiate, integra una irregolarità di tale rilievo, in quanto tale procedura rappresenta un elemento essenziale del sistema di controllo interno della società quotata per la corretta gestione delle informazioni privilegiate, il cui puntuale rispetto i sindaci sono tenuti a vigilare. Pertanto, il collegio sindacale che ometta di segnalare tempestivamente tale violazione alla Consob incorre nella sanzione prevista dall'art. 193, comma 3, lett. a) del TUF, la cui quantificazione rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, da esercitarsi nel rispetto dei criteri di cui all'art. 11 della L. n. 689/1981, senza che sia necessaria una specifica motivazione per l'applicazione di una sanzione superiore al minimo edittale. Il principio del favor rei, di matrice penalistica, non si estende alla materia delle sanzioni amministrative, che è invece retta dal principio del tempus regit actum, per cui la disciplina più favorevole introdotta successivamente non trova applicazione retroattiva.