Cassazione penale Sez. II sentenza n. 5185 del 6 febbraio 2024

ECLI:IT:CASS:2024:5185PEN

Massima

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Il sequestro preventivo di beni ai sensi dell'art. 240-bis c.p.p. può essere disposto nei confronti di un terzo estraneo al reato, qualora emerga una evidente sproporzione tra il valore dei beni acquisiti e la capacità reddituale dichiarata, in assenza di una adeguata giustificazione circa la legittima provenienza dei mezzi impiegati per l'acquisto. In tali casi, grava sul terzo l'onere di dimostrare la legittima acquisizione dei beni, non essendo sufficiente il mero confronto tra redditi dichiarati e valore dei beni, dovendosi valutare l'intero quadro probatorio, inclusa la documentazione prodotta a sostegno della provenienza lecita delle risorse impiegate. Il sindacato di legittimità della Corte di Cassazione in materia di misure reali è limitato alla verifica della motivazione, che non può essere censurata per il solo fatto di disattendere le deduzioni difensive, ove la stessa risulti congruamente e logicamente argomentata in relazione ai presupposti di legge.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta da:

Dott. BELTRANI Sergio - Presidente

Dott. BORSELLINO Daniela - Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

Dott. AIELLI Lucia - Consigliere

Dott. SARACO Antonio - Relatore

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Fe.Te. nata il (Omissis) a M (URUGUAY)
avverso l'ordinanza in data 14/07/2023 del TRIBUNALE DI VARESE;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere ANTONIO SARACO;
letta la requisitoria del Pubblico ministero, nella persona del Sostituto Procuratore generale MARIAEMANUELA GUERRA, che ha concluso per
l'inammissibilità del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
Fe.Te., per il tramite del proprio difensore, impugna l'ordinanza in data 14/07/2023 del Tribunale di Varese che, in sede di appello ai sensi del…

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