Il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania, Sezione Ottava, ha stabilito che: 1. Ai fini della condonabilità di opere edilizie abusive realizzate in aree sottoposte a vincolo paesaggistico, ai sensi dell'art. 32, comma 27, lett. d), del d.l. n. 269/2003, convertito dalla l. n. 326/2003, è necessario che ricorrano congiuntamente le seguenti condizioni: a) le opere devono essere state realizzate prima dell'imposizione del vincolo; b) pur realizzate in assenza o in difformità del titolo edilizio, devono essere conformi alle prescrizioni urbanistiche; c) devono rientrare nelle tipologie di illecito di cui ai nn. 4, 5 e 6 dell'allegato 1 del d.l. n. 269/2003 (restauro, risanamento conservativo e manutenzione straordinaria), senza aumento di superficie; d) deve essere acquisito il previo parere favorevole dell'autorità preposta alla tutela del vincolo. 2. In assenza anche di una sola delle suddette condizioni, l'opera abusiva non è suscettibile di sanatoria, neppure con il parere positivo dell'autorità preposta alla tutela del vincolo. 3. Accertata l'insussistenza dei presupposti per il condono, l'Amministrazione è tenuta a disporre la demolizione dell'opera abusiva, in quanto trattasi di attività vincolata, senza necessità di una specifica motivazione in ordine alle ragioni di pubblico interesse che impongono il ripristino della legalità violata. 4. Il decorso del termine di 24 mesi per la definizione della domanda di condono, previsto dalla legge regionale campana n. 10/2004, non comporta la formazione del silenzio-assenso, ma configura un mero inadempimento, avverso il quale è azionabile la tutela giurisdizionale.