Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 25593 del 23 giugno 2008

ECLI:IT:CASS:2008:25593PEN

Massima

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La minaccia rivolta da un soggetto a pubblici ufficiali nell'esercizio delle loro funzioni, pur se non grave o seria, integra comunque il reato di minaccia ai sensi dell'art. 612 c.p., comma 1 e art. 61 c.p., n. 10, per il quale è necessaria la querela di parte affinché possa essere iniziata l'azione penale. Ciò in quanto la condotta minacciosa, anche se non idonea a condizionare concretamente l'operato degli agenti, lede comunque il prestigio e l'autorità della pubblica amministrazione, nonché la serenità e la libertà di azione dei pubblici ufficiali nello svolgimento dei loro compiti istituzionali. Tuttavia, in assenza di querela, il procedimento penale non può essere avviato, dovendosi pertanto annullare senza rinvio la sentenza di condanna.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiulio - Presidente

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

Sul ricorso proposto da:

VA. Pi., n. a (OMESSO);

avverso la sentenza in data 14 febbraio 2005 della Corte di appello di Messina;

Visti gli atti, la sentenza denunziata e il ricorso;

Udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere dott. ((omissis));

Udito il Pubblico ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale dott.ssa DE SANDRO ((omissis)), che ha concluso per la inammissibilita' del ricorso.

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