Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 34132 del 15 settembre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:34132PEN

Massima

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Il diritto di difesa, quale principio fondamentale del giusto processo, impone che il difensore abbia la concreta possibilità di accedere agli atti e ai supporti probatori su cui si fonda l'emissione di una misura cautelare, senza che possano essere opposti ostacoli procedurali o temporali che ne impediscano l'effettivo esercizio. Pertanto, il mancato deposito, da parte del pubblico ministero, degli originali dei supporti contenenti le conversazioni intercettate, a fronte di una specifica richiesta difensiva formulata tempestivamente, comporta la violazione del diritto di difesa e l'annullamento del provvedimento cautelare, con rinvio al giudice per un nuovo esame che garantisca il pieno esercizio delle prerogative difensive. Il rispetto del diritto di difesa, quale corollario del principio del giusto processo, impone che il giudice valuti con particolare attenzione le istanze difensive volte ad acquisire gli elementi probatori su cui si fonda l'accusa, senza che possano essere opposti ostacoli procedurali o temporali che ne impediscano l'effettivo esercizio. Ciò in quanto la conoscenza del contenuto delle conversazioni intercettate, elemento centrale su cui si basa l'emissione di una misura cautelare, costituisce un presupposto imprescindibile per l'esercizio del diritto di difesa, non potendo il giudice esimersi dal garantire l'accesso a tali elementi probatori, a meno che non vi siano comprovate e insuperabili ragioni di carattere tecnico che ne impediscano il deposito. Pertanto, il mancato deposito, da parte del pubblico ministero, degli originali dei supporti contenenti le conversazioni intercettate, a fronte di una specifica richiesta difensiva formulata tempestivamente, comporta la violazione del diritto di difesa e l'annullamento del provvedimento cautelare, con rinvio al giudice per un nuovo esame che garantisca il pieno esercizio delle prerogative difensive. Inoltre, il giudice, nel valutare la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza ai fini dell'emissione di una misura cautelare, deve procedere ad un'attenta e puntuale analisi degli elementi probatori, senza limitarsi a mere asserzioni, ma verificando la coerenza e la plausibilità delle ricostruzioni accusatorie alla luce di tutti gli elementi acquisiti, ivi compresi quelli che potrebbero deporre a favore dell'indagato. Infine, il giudice è tenuto a valutare con particolare attenzione la persistenza delle esigenze cautelari, anche alla luce del tempo trascorso dal compimento dei fatti contestati, non potendo esimersi dal motivare adeguatamente in ordine all'attualità di tali esigenze.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MILO Nicola - Presidente

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - rel. Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1. Lo. Ca. , nato il (OMESSO);

avverso l'ordinanza del 09/03/2011 del Tribunale del riesame di Roma;

visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));

udito il Pubblico Ministero, in persona del ((omissis)). ((omissis)), che ha concluso chiedendo l'annullamento con rinvio del provvedimento impugnato.

RITENUTO IN FATTO

1. La difesa…

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