Il reato di evasione dell'IVA all'importazione, previsto dagli artt. 1, 67 e 70 del d.P.R. n. 633/1972, non è stato depenalizzato dalla legge n. 205/1999 e dal d.lgs. n. 74/2000, in quanto tale fattispecie si configura come un illecito distinto e autonomo rispetto all'IVA interna, avente una propria peculiare disciplina sanzionatoria penale contenuta nel Titolo VII del Testo Unico delle leggi doganali. Ciò in ragione della diversa struttura e funzione dell'IVA all'importazione, che costituisce un tributo dovuto all'atto dell'ingresso del bene nel territorio nazionale, indipendentemente dalla conclusione di un negozio giuridico, e che è assoggettato a una procedura semplificata di riscossione connessa ad ogni singola operazione doganale. Pertanto, la previsione dell'art. 70 del d.P.R. n. 633/1972, che richiama espressamente le disposizioni delle leggi doganali relative ai diritti di confine per quanto concerne le controversie e le sanzioni, comporta che il reato di evasione dell'IVA all'importazione rimanga tuttora punito con le sanzioni stabilite dagli artt. 282 e seguenti del Testo Unico sulle leggi doganali, senza subire alcuna interferenza con la riforma dei reati tributari attuata dalla legge n. 205/1999 e dal d.lgs. n. 74/2000, i quali hanno riguardato esclusivamente l'IVA interna.