Cassazione penale Sez. I sentenza n. 5635 del 10 febbraio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:5635PEN

Massima

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Il giudizio di pericolosità sociale ai fini dell'applicazione di una misura di prevenzione deve essere fondato su elementi concreti e attuali, non su meri sospetti o congetture. Il giudice deve valutare attentamente tutti i fatti successivi al passato criminale del soggetto, come l'eventuale svolgimento di attività lecite e il mutamento di vita, per verificare l'effettiva persistenza della pericolosità. Non è sufficiente il mero richiamo ai precedenti penali e di polizia, ma è necessario un accertamento puntuale della concreta e attuale pericolosità sociale, basato su circostanze di fatto certe e non su mere supposizioni. Il giudizio di pericolosità deve essere adeguatamente motivato, rispondendo alle specifiche censure del soggetto interessato e valorizzando tutti gli elementi rilevanti ai fini della decisione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CANZIO Giovanni - Presidente

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. BRICCHETTI Renato - Consigliere

Dott. BARBARISI Maurizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PA. Gi. , nato a (OMESSO);

avverso il decreto pronunciato in data 30 maggio 2008 dalla Corte d'appello di Bologna;

udita la relazione del Consigliere Dott. BRICCHETTI Renato;

lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del S. Procuratore Generale Dott. STABILE Carmine, che ha chiesto rigettarsi il ricorso.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

1. Con decreto in data 22 gennaio 2008 il Tribunale di Rimini applicava a…

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