Il delitto di circonvenzione di incapace si configura quando l'agente, approfittando di una minorata capacità psichica della vittima, caratterizzata da una compromissione del potere di critica e da un indebolimento del potere volitivo, tale da renderla particolarmente suggestionabile e vulnerabile, la induce a compiere atti giuridici dannosi per sé o per altri. Tale condizione di deficienza psichica, distinta dall'infermità mentale, può derivare anche da un limitato processo evolutivo mentale o da uno scadimento delle facoltà intellettive, senza necessità di una vera e propria malattia mentale. Il reato si consuma nel momento in cui viene compiuto l'atto idoneo a procurare un effetto giuridico dannoso per la persona offesa o per altri, essendo compatibile anche con la forma del tentativo, qualora l'azione criminosa venga interrotta prima del compimento dell'atto dispositivo. In tal caso, la successiva dazione di denaro avvenuta sotto il controllo delle forze dell'ordine non integra il delitto consumato, ma al più una condotta interrotta nella fase dell'induzione.