Cassazione penale Sez. II sentenza n. 18036 del 12 maggio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:18036PEN

Massima

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Il danneggiamento di beni altrui, anche se commesso nella convinzione di realizzare un intervento autorizzato, integra il reato di danneggiamento qualora risulti provata la volontarietà della condotta, indipendentemente dall'effettiva sussistenza di un titolo abilitativo. L'elemento soggettivo del reato di danneggiamento non può essere escluso sulla base di una mera convinzione erronea dell'imputato circa la legittimità del proprio operato, dovendo il giudice valutare attentamente tutte le risultanze probatorie, ivi comprese le dichiarazioni testimoniali che evidenzino la consapevolezza e volontarietà della condotta dannosa protrattasi nel tempo. Anche in caso di estinzione del reato per prescrizione, il giudice civile competente in grado di appello può condannare l'imputato al risarcimento dei danni in favore della parte civile, qualora accerti l'astratta sussistenza del reato sulla base di una corretta ricostruzione dei fatti e valutazione delle prove.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARMENINI Secondo Libero - Presidente

Dott. CASUCCI Giuliano - Consigliere

Dott. IASILLO Adriano - Consigliere

Dott. CHINDEMI Domenico - rel. Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) MO. DA. N. IL (OMESSO);

2) M. M. N. IL (OMESSO); nei confronti di:

1) PA. PI. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 5/2005 TRIB.SEZ.DIST. di SANLURI, del 09/02/2006;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 15/04/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. CHINDEMI Domenico;

Udito il Procuratore Generale in persona dal Dott. FEBBRARO Giuseppe che h…

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