Cassazione penale Sez. V sentenza n. 34555 del 6 agosto 2014

ECLI:IT:CASS:2014:34555PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: Le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, per essere ritenute idonee a fondare un provvedimento cautelare, devono trovare riscontro in altri elementi probatori emersi nel corso delle indagini, non essendo sufficiente la mera individuazione del soggetto indicato dal dichiarante. In particolare, l'affermazione che un determinato soggetto sia l'unico affiliato a un gruppo mafioso con un certo nome, costituisce una petizione di principio, in quanto il fatto che tale soggetto faccia parte del gruppo mafioso deve essere autonomamente dimostrato attraverso elementi di riscontro esterni alle dichiarazioni del collaboratore, ai sensi dell'art. 192, comma 3, c.p.p. Pertanto, il provvedimento cautelare non può fondarsi esclusivamente sulle dichiarazioni del collaboratore, in assenza di altri elementi probatori che ne confermino in modo individualizzante il contenuto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS):

avverso l'ordinanza n. 193/2014 TRIB. LIBERTA' di LECCE, del 14/03/2014;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. FUMO MAURIZIO;

udito il PG in persona del Sost. Proc. Gen. Dott. SCARDACCIONE E., che ha chiesto rigettarsi il ricorso.

udito il difensore, avv. (OMISSIS), che ha illustrato il ricorso e ne ha chiesto l'accoglimento.

RITENUTO IN FATTO

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