Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La richiesta di estradizione di un soggetto da parte di uno Stato estero non può essere considerata come un atto di persecuzione politica, salvo che non siano addotte e dimostrate in modo concreto e documentato circostanze specifiche che facciano ritenere tale finalità persecutoria. Il mero status di esponente politico di opposizione o la generica allegazione di un pericolo di trattamenti inumani nelle carceri dello Stato richiedente l'estradizione non sono sufficienti a far ritenere sussistente tale finalità persecutoria, in assenza di elementi probatori idonei. Inoltre, il fatto che il soggetto richiesto in estradizione sia coniugato con un cittadino italiano o versi in precarie condizioni di salute non costituisce di per sé un ostacolo all'accoglimento della richiesta di estradizione, in assenza di specifiche e comprovate ragioni umanitarie che ne impediscano l'esecuzione. Infine, eventuali errori materiali contenuti nel dispositivo della sentenza che decide sull'estradizione devono essere rettificati, senza che ciò infici la validità della decisione nel suo complesso.