Il proprietario di un'area in cui sono stati abbandonati rifiuti non può essere indiscriminatamente obbligato dalla pubblica amministrazione a provvedere alla loro rimozione e bonifica, in assenza di un accertamento in contraddittorio della sua responsabilità a titolo di dolo o colpa. Infatti, la disciplina di cui all'art. 192, comma 3, del d.lgs. n. 152/2006 è improntata ad una rigorosa tipicità dell'illecito ambientale, non ammettendo una responsabilità oggettiva del proprietario. L'amministrazione procedente deve quindi svolgere un'istruttoria completa ed esauriente, che consenta di accertare in contraddittorio con il proprietario la sussistenza di un nesso causale tra la sua condotta e l'abusiva immissione di rifiuti nell'ambiente, non potendosi ritenere sufficiente la mera qualità di proprietario del fondo. Inoltre, la mancata recinzione dell'area non può essere considerata di per sé indice di negligenza del proprietario, atteso che la chiusura del fondo costituisce una mera facoltà e non un obbligo ai sensi dell'art. 841 c.c. Pertanto, in assenza di un accertamento in contraddittorio della responsabilità del proprietario, l'ordine di rimozione e bonifica dei rifiuti abbandonati risulta illegittimo per violazione dell'art. 192, comma 3, del d.lgs. n. 152/2006.