Il pericolo di recidiva, ai fini dell'applicazione di una misura cautelare personale, può essere desunto dalla gravità dei reati contestati, dalla loro reiterazione, dalla professionalità dimostrata dall'indagato nell'agire, dalla presenza di precedenti penali, nonché dalla valutazione complessiva delle circostanze del caso concreto, senza che assuma rilievo determinante la mancata commissione di ulteriori reati nel periodo immediatamente precedente l'applicazione della misura, laddove il giudice abbia adeguatamente motivato in ordine all'elevato grado di intensità del rischio di recidiva, tale da rendere necessaria l'applicazione della più grave misura della custodia cautelare in carcere, in luogo di misure meno afflittive come gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. La mancata trasmissione al giudice di elementi di prova, come le videoriprese, non comporta l'inutilizzabilità di tali elementi, qualora il loro contenuto sia comunque adeguatamente rappresentato negli atti, non essendo prevista a pena di nullità, inutilizzabilità, inammissibilità o decadenza la violazione dell'art. 192 c.p.p.