Il patto corruttivo richiede la prova di un nesso di sinallagmaticità tra l'atto d'ufficio del pubblico ufficiale e la prestazione di una utilità da parte del privato, non essendo sufficiente la mera constatazione di favoritismi o utilità concesse dal pubblico ufficiale nell'ambito di una relazione personale preesistente. Pertanto, ai fini della configurabilità del reato di corruzione, non è sufficiente dimostrare l'esistenza di una relazione affettiva tra il pubblico ufficiale e il privato, né la concessione di utilità da parte di quest'ultimo, occorrendo invece accertare che tali utilità siano state concesse specificamente in cambio di atti contrari ai doveri d'ufficio. Inoltre, per giustificare l'applicazione di misure cautelari personali, è necessario che il giudice dia conto in modo concreto e specifico della necessità di tali misure, motivando in particolare sulla loro idoneità a prevenire i rischi di reiterazione del reato o di inquinamento probatorio, senza potersi limitare a considerazioni di carattere generico sulla gravità dei fatti.