Cassazione penale Sez. II sentenza n. 40776 del 23 ottobre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:40776PEN

Massima

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Il possesso di beni di provenienza delittuosa, in assenza di una attendibile indicazione della loro provenienza da parte dell'imputato, costituisce prova sufficiente dell'elemento soggettivo del reato di ricettazione, in quanto rivelatrice della volontà di occultamento, logicamente spiegabile con un acquisto in mala fede. L'onere di allegare la buona fede nell'acquisto grava sull'imputato, il quale deve fornire elementi circostanziati e verificabili a tal fine, non essendovi alcuna inversione dell'onere della prova. Ai fini dell'applicazione della disciplina transitoria in materia di prescrizione, è sufficiente che sia intervenuta la lettura del dispositivo della sentenza di primo grado, sicché il termine di prescrizione per il delitto di ricettazione, originariamente di dieci anni, è prorogato a quindici anni, con conseguente non prescrizione del reato anche ove il fatto sia stato commesso in epoca immediatamente successiva al furto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. PAGANO Filiberto - Consigliere

Dott. BRONZINI Giuseppe - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. CHINDEMI Domenico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

CA. VI. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Catania, sezione 1 penale, in data 16.1.2008;

Sentita la relazione della causa fatta, in pubblica udienza, dal Consigliere Dr. Piercamillo Davigo;

Udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale, Dott. ((omissis)), il quale ha concluso chiedendo che il ricorso sia dichiarato inammissibile.

Osserva:

MOTIVI DELLA DECISIONE<…

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