Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso proposto dalla società San Pietro S.p.A. avverso il provvedimento del Comune di Positano che aveva inibito l'avvio di lavori edilizi oggetto di una comunicazione di inizio lavori asseverata (C.I.L.A.), ha affermato il seguente principio di diritto: Il ricorso diviene improcedibile per sopravvenuto difetto di interesse qualora, a seguito dell'accoglimento della domanda cautelare che aveva sospeso il provvedimento impugnato, il ricorrente abbia portato a termine i lavori oggetto della C.I.L.A., senza che l'amministrazione abbia successivamente adottato provvedimenti sanzionatori. In tal caso, infatti, l'utilità derivante dall'accoglimento del ricorso nel merito risulta superata dalla situazione di fatto venutasi a creare per effetto della sospensiva, non essendo più possibile per l'amministrazione intervenire autoritativamente sulla res in iudicium deducta. La declaratoria di improcedibilità per sopravvenuta carenza di interesse postula il verificarsi di una situazione di fatto o di diritto del tutto nuova, sostitutiva rispetto a quella esistente al momento della proposizione del ricorso, tale da comportare l'inutilità della decisione di merito. Ciò si verifica quando l'effetto conformativo del provvedimento cautelare si sia già esplicato in una serie di operazioni materiali, come il completamento dei lavori, che non possono più essere ritrattate. In tali ipotesi, l'amministrazione ha assunto una posizione di sostanziale acquiescenza, tale da non consentirle più di intervenire autoritativamente sulla res in iudicium deducta.