Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 20062 del 20 maggio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:20062PEN

Massima

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Il coinvolgimento di un soggetto in un'associazione mafiosa può essere desunto dalle conversazioni intercettate, anche quando il linguaggio utilizzato sia criptico, purché l'interpretazione del giudice di merito risulti logica e coerente in relazione ai fatti accaduti e alle massime di esperienza. In particolare, la partecipazione all'associazione criminale può essere provata dalla condivisione degli scopi illeciti del gruppo, dalla conoscenza di fatti riservati ai soli membri del clan, dalla disponibilità di luoghi di riunione e dal coinvolgimento in attività delittuose, come il traffico di stupefacenti, svolte nell'interesse dell'organizzazione. Inoltre, il ruolo organizzativo ed esecutivo svolto dall'indagato, nonché la sua costante presenza nei luoghi controllati, possono costituire ulteriori elementi indiziari della sua affiliazione all'associazione mafiosa. Pertanto, il giudice di merito può legittimamente ritenere sussistenti i gravi indizi di colpevolezza per il reato di associazione mafiosa sulla base di una valutazione complessiva e logica degli elementi probatori, in particolare delle conversazioni intercettate, senza che tale apprezzamento possa essere sindacato in sede di legittimità, salvo che non risulti manifestamente illogico o privo di adeguata motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LATTANZI Giorgio - Presidente

Dott. AGRO' Antonio Stefano - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) SC. Pa. , nato a (OMESSO);

2) PA. Gi. , nato a (OMESSO);

contro l'ordinanza del 10 agosto 2007 emessa dal Tribunale di Napoli; visti gli atti, l'ordinanza impugnata e il ricorso;

sentita la relazione del Consigliere Dott. Giorgio Fidelbo;

sentito il Pubblico Ministero, nella persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. MONETTI Vito, che ha chiesto il rigetto dei ricorsi;

sentito l'avvocato Salvatore Impradice che ha insistito per …

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