Il reato di appropriazione indebita si configura quando il possessore di una cosa altrua ne compie atti di dominio, manifestando l'intenzione di tenerla come propria, anche in assenza di un fine di profitto patrimoniale, essendo sufficiente il perseguimento di un ingiusto vantaggio di altra natura. Pertanto, il rifiuto ingiustificato di restituire la documentazione fiscale in possesso del professionista, nonostante le ripetute richieste del cliente, integra il reato di appropriazione indebita, a prescindere dalla natura di semplici copie fotostatiche dei documenti, in quanto tali copie hanno comunque un valore probatorio e appartengono al titolare del rapporto documentato, non al soggetto che le ha formate. La pronta disponibilità a restituire i documenti solo al giudice non esclude la configurabilità del reato, in quanto l'appropriazione si perfeziona con il rifiuto di restituire la cosa al legittimo proprietario. Inoltre, il dolo specifico del reato di appropriazione indebita non richiede necessariamente un fine di profitto patrimoniale, essendo sufficiente il perseguimento di un ingiusto vantaggio di altra natura, come il soddisfacimento di un interesse morale o psicologico.