Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 34672 del 4 dicembre 2020

ECLI:IT:CASS:2020:34672PEN

Massima

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Il giudizio di pericolosità sociale ai fini dell'applicazione di una misura di prevenzione personale nei confronti di un soggetto ritenuto partecipe di un'associazione mafiosa deve essere fondato sull'attualità della pericolosità, valutata in base al livello di coinvolgimento del proposto nelle pregresse attività del gruppo criminoso, alla tendenza del gruppo di riferimento a mantenere intatta la sua capacità operativa nonostante le mutevoli composizioni soggettive, nonché all'assenza di elementi che dimostrino l'abbandono da parte del proposto delle logiche criminali in precedenza condivise. La presunzione di stabilità del vincolo associativo consente di ritenere non rilevante il lasso temporale intercorrente tra l'emersione degli indizi e l'applicazione della misura, sempre che emergano concreti elementi di fatto in grado di validare tale presunzione. Il buon comportamento tenuto dal proposto durante la detenzione cautelare non è di per sé sufficiente a dimostrare un suo recesso dal sodalizio mafioso, essendo necessaria l'allegazione di elementi che comprovino l'effettivo abbandono delle logiche criminali. Inoltre, lo stato di detenzione in espiazione di pena non può essere assimilato a quello derivante dall'applicazione della custodia cautelare in carcere, in quanto la prima giustifica una rivalutazione della pericolosità in ragione della funzione rieducativa della pena, mentre la seconda rappresenta un indice della permanenza della pericolosità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Presidente

Dott. COSTANZO Angelo - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. AMOROSO R. - rel. Consigliere

Dott. BASSI Alessandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso il decreto del 10/01/2020 della Corte di appello di Reggio Calabria;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Riccardo Amoroso;
letta requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. Di Leo Giovanni, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il decreto in epigrafe indicato, la Corte di appello di Reggio Calabria rig…

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