Cassazione penale Sez. II sentenza n. 25131 del 9 giugno 2023

ECLI:IT:CASS:2023:25131PEN

Massima

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Il delitto di estorsione si configura quando l'agente prospetta alla persona offesa l'esistenza di un pericolo reale, il cui verificarsi è attribuibile direttamente o indirettamente all'agente stesso, inducendo così la vittima a subire lo spossessamento voluto dall'agente o a incorrere nel danno minacciato, senza che la persona offesa versi in uno stato di errore. Tale condotta si distingue dalla truffa cd. vessatoria, in cui il danno viene prospettato come possibile ed eventuale, senza che provenga direttamente o indirettamente dall'agente, cosicché la persona offesa non è coartata nella sua volontà, ma si determina all'azione od omissione versando in stato di errore. Pertanto, il delitto di estorsione sussiste quando l'agente, mediante minacce, costringe la vittima a compiere atti dispositivi del suo patrimonio, come il rilascio di una cambiale, al fine di ottenere un ingiusto profitto, senza che la persona offesa versi in uno stato di errore. Le ulteriori condotte poste in essere dall'agente, come il costringere la vittima a farsi accompagnare in vari luoghi o a consegnare oggetti di valore, rappresentano la progressione criminosa del fatto principale di estorsione e non possono essere riqualificate come truffa o appropriazione indebita. La valutazione della gravità della condotta e della proporzionalità della pena irrogata rientra nell'ambito del giudizio di merito, precluso al giudice di legittimità, in presenza di una motivazione esaustiva e immune da vizi logici.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IMPERIALI Luciano - Presidente

Dott. DI PAOLA Sergio - Consigliere

Dott. DE SANTIS Annamaria - Consigliere

Dott. AIELLI Lucia - rel. Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata a (OMISSIS);
avverso la sentenza della Corte d'appello di Perugia in data 8/11/2021;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
preso atto che il procedimento viene trattato con contraddittorio scritto ai sensi del Decreto Legge n. 137 del 2020, articolo 23, comma 8, convertito nella L. 18 dicembre 2020, n. 176 (cosi' come modificato per il termine di vigenza dal Decreto Legge 30 dicembre 2021, n. 228, articolo 16 convertito nella L. 25 febbraio 2022, n. …

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