Cassazione penale Sez. I sentenza n. 22807 del 23 maggio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:22807PEN

Massima

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Il dolo omicidiario si configura quando l'agente, pur dopo aver colpito la vittima rendendola incosciente, prosegue consapevolmente e volontariamente nell'azione lesiva fino a causarne la morte, senza che possa rilevare l'eventuale erroneo convincimento di averla già uccisa nella prima fase dell'aggressione. Infatti, qualora l'agente, non essendo certo di averne già cagionato la morte dopo la prima violenta fase aggressiva, realizzi anche il secondo segmento della condotta con la deliberata intenzione di uccidere la vittima, è effettivamente ravvisabile il dolo diretto nella forma del dolo alternativo, perché la condotta successiva, pur quando ispirata allo scopo di distruggere e occultare il corpo e cancellare le tracce della condotta precedente, è mirata comunque a cagionare anche la morte della vittima, ove tale evento non si sia già verificato. In tale ipotesi, la commissione dell'azione definitivamente causativa dell'evento letale non è psicologicamente sorretta dall'erronea supposizione e dalla certezza soggettiva di avere già con la prima attività consumato il delitto voluto. Pertanto, la sussistenza del dolo omicidiario esclude la configurabilità della legittima difesa, reale o putativa, nonché dell'eccesso colposo di legittima difesa, in quanto la condotta dell'agente, caratterizzata dalla consapevolezza e volontà di uccidere, non può ritenersi una reazione proporzionata e necessitata a un'offesa ingiusta.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI TOMASSI ((omissis)) - Presidente

Dott. SIANI Vincenzo - rel. Consigliere

Dott. FIORDALISI Domenico - Consigliere

Dott. CASA Filippo - Consigliere

Dott. CAPPUCCIO Daniele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 15/11/2017 della CORTE ASSISE APPELLO di CALTANISSETTA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. VINCENZO SIANI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. PICARDI ANTONIETTA, che ha concluso chiedendo quanto segue:
Il Procuratore Generale conclude per il rigetto del ricorso:
uditi i difensori:

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