Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: L'azione di garanzia per vizi dell'opera ex art. 1667 c.c. è esperibile anche in caso di mancata accettazione dell'opera da parte del committente, purché i vizi siano denunciati tempestivamente. In tal caso, né il termine di decadenza né quello di prescrizione iniziano a decorrere, in quanto l'opera non può considerarsi tacitamente accettata ai sensi dell'art. 1665 c.c. Pertanto, l'appaltatore non può eccepire la decadenza o la prescrizione dell'azione, qualora l'opera non sia stata accettata e i vizi siano stati contestati senza ritardo dal committente. Inoltre, l'appaltatore ha l'onere di dimostrare di aver espressamente manifestato il proprio dissenso rispetto a modifiche o esclusioni di elementi essenziali dell'opera commissionata, pena l'imputabilità a sé dei vizi derivanti da tali variazioni. Infine, la valutazione circa la qualificazione dei vizi come "gravi difetti" ex art. 1669 c.c. o come semplici vizi ex art. 1667 c.c. è rimessa al giudice di merito, la cui motivazione è incensurabile in sede di legittimità, se congruamente e logicamente argomentata.