La revoca dell'autorizzazione amministrativa per la somministrazione di alimenti e bevande e per i trattenimenti danzanti è legittima quando l'esercizio del locale è utilizzato come copertura per lo svolgimento di attività illecite di sfruttamento della prostituzione, caratterizzate dalla consumazione di simulati amplessi con contatto fisico tra avventori e ballerine, il cui compenso è dissimulato sotto forma di consumazione di bevande. In tali casi, la revoca della licenza rappresenta una misura sanzionatoria adeguata e proporzionata, in quanto l'attività illecita è sistematica e non meramente episodica, e la sospensione non avrebbe efficacia dissuasiva. L'obbligo di motivazione del provvedimento amministrativo è adempiuto quando le ragioni della decisione possono essere agevolmente colte dalla lettura degli atti del procedimento, in applicazione di una visione non meramente formale di tale obbligo, ma coerente con i principi di trasparenza e lealtà desumibili dall'art. 97 Cost. La disciplina sanzionatoria prevista dal d.lgs. 231/2001 non è applicabile, in quanto strutturalmente e teleologicamente differente dalle misure sanzionatorie in esame e riferibile solo a determinati reati, tra i quali non rientrano quelli ipotizzabili nel caso di specie, quali lo sfruttamento e il favoreggiamento della prostituzione.