Cassazione penale Sez. I sentenza n. 48401 del 28 dicembre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:48401PEN

Massima

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Il principio di diritto enunciato nella sentenza è che, ai fini dell'applicazione dell'art. 2, comma 2, c.p., il quale stabilisce che nessuno può essere punito per un fatto che, secondo una legge posteriore, non costituisce più reato e che, in tal caso, cessano l'esecuzione e gli effetti penali della condanna, non è necessaria una espressa abrogazione della norma incriminatrice, essendo sufficiente che il fatto per il quale il soggetto è stato condannato non costituisca più reato per effetto dell'entrata in vigore di una nuova legge. Pertanto, il giudice dell'esecuzione, nel valutare l'istanza di revoca della condanna, non può limitarsi a constatare l'assenza di una abrogazione espressa della norma, ma deve verificare se il fatto commesso dal condannato costituisca ancora reato alla luce della nuova normativa intervenuta, dovendo in tal caso disporre la cessazione dell'esecuzione e degli effetti penali della condanna.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Presidente

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. CAIAZZO Luigi - rel. Consigliere

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMESSO) N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 38/2011 GIUDICE UDIENZA PRELIMINARE di BOLZANO, del 02/04/2011;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. LUIGI PIETRO CAIAZZO;

lette le conclusioni del P.G. Dott. CEDRANGOLO Oscar che ha chiesto l'annullamento con rinvio della ordinanza impugnata.

RITENUTO IN FATTO

Con ordinanza in data 2.4.2011 il GIP del Tribunale di Bolzano, in veste di giudice dell'…

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