Cassazione penale Sez. II sentenza n. 25956 del 1 luglio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:25956PEN

Massima

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Il reato di truffa aggravata in danno di ente pubblico richiede, oltre all'ingiusto profitto, anche un danno patrimoniale effettivo e concreto per l'amministrazione pubblica, non essendo sufficiente il mero inadempimento di obblighi di legge da parte dell'agente. Pertanto, il dolo del reato di truffa deve avere ad oggetto non solo l'inganno e l'ingiusto profitto, ma anche la previsione e l'accettazione del rischio di cagionare un pregiudizio di natura economica all'ente pubblico. Ove manchi tale elemento soggettivo, non può configurarsi il delitto di truffa, anche qualora l'agente abbia omesso di rappresentare una situazione di incompatibilità nell'ottenimento di un incarico di supplenza, in quanto l'amministrazione scolastica era comunque tenuta a conferire l'incarico per sopperire alle esigenze di servizio, senza subire un effettivo danno patrimoniale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIANDANESE Franco - Presidente

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Di. Pr. Pi. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Caltanissetta, 1 sezione penale, in data 26/10/2010;

Sentita la relazione della causa fatta dal consigliere Domenico Gallo;

Udita la requisitoria del sostituto procuratore generale, dr. Vito Monetti, il quale ha concluso chiedendo il rigetto.

Udito il difensore, avv. Rossi Manfredo e avv. Sole Michele che hanno concluso per l'accoglimento del ricorso.

osserva:

RITENUTO…

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