Il rispetto delle distanze minime tra edifici previste dalla normativa urbanistica è un requisito essenziale per l'accoglimento di una domanda di condono edilizio, anche quando l'altezza dell'edificio oggetto di sanatoria superi la soglia di 7,50 metri stabilita dalla legge. L'Amministrazione comunale è tenuta a verificare attentamente la conformità dell'immobile alle prescrizioni sulle distanze, senza poter prescindere da tale valutazione, anche in presenza di osservazioni e controdeduzioni del privato. La mancata osservanza delle distanze minime, accertata in sede istruttoria, legittima il diniego del condono, a prescindere da altri profili di irregolarità formale della domanda, come il tardivo pagamento degli oneri concessori o l'assenza di specifiche asseverazioni. Il rispetto delle distanze, infatti, costituisce un requisito sostanziale di legittimità dell'intervento edilizio, la cui verifica è doverosa per l'Amministrazione ai fini del rilascio del condono, a tutela dell'ordinato assetto urbanistico e della sicurezza pubblica.